creato da G. Visetti * diretto da F. Fontanella
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Scheda naturalistica Famiglia: Rutaceae Ruta chalepensis L. Sinonimo: Ruta bracteosa Nome comune: ruta d'Aleppo Common name: egyptian rue Descrizione: specie perenne, ramosa, cespugliosa, fortemente aromatica, dimensioni 20-70 o più cm. Fusto eretto, in basso legnoso con corteccia grigia, in alto erbaceo di colore verdastro. Foglie basali pennatosette con segmenti da ovali a lanceolati, di colore verde glauco, in alto presenti bratee più o meno ovate. Fiori riuniti in cime corimbose, petali gialli, concavi, sul bordo con evidente frangia. Semi numerosi, racchiusi in una capsula glodosa con 4-5 lobi acuminati, aperti all'apice (deiscenti). Habitat: cresce nell’intervallo altimetrico tra 0 e 800 metri s.l.m. Luoghi soleggiati e asciutti, gariga, macchia, prati, rupi, incolti, al margine dei coltivi, vecchi muri a secco. Periodo fioritura: Aprile-Luglio note: qua e là nei Monti Lattari e nella penisola sorrentina. Presente anche all'isola di Capri. Localmente un tempo questa pianta era ampiamente coltivata per le sue, presunte, proprietà medicamentose, un detto locale recita «'A ruta ogne male stuta» ossia "la ruta ogni male guarisce", oggi esiste perlopiù come relitto dell'antica coltivazione, in taluni casi inselvatichita, e talvolta ancora coltivata come pianta ornamentale. Una modica quantità di foglioline di ruta era solitamente aggiunta all'insalata d'erbe, l'aggiunta più che a conferire sapore e sostanza alla pietanza aveva scopi curativi. L'ingestione della ruta, che non ha un buon sapore, era resa più agevole nell'insieme delle erbe e garantiva, a detta di chi l'ha provata, una buona riuscita come vermifugo intestinale. Ancora oggi, alcuni contadini sono soliti preparare un macerato di ruta e olio d'oliva da usare come emoliente per le mani durante il freddo inverno, per evitare le screpolature della pelle. Testi consultati: 1) CAPUTO G., et al., 1994; 2) FIORI A., 1923-1925b; 3) PIGNATTI S., 1982; 4) RICCIARDI M., 1996; 5) ZANGHERI P., 1976. |
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Immagini e testo a cura di Ferdinando Fontanella |
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