creato da G. Visetti * diretto da F. Fontanella
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Scheda naturalistica Famiglia: Rosaceae Prunus dulcis (Miller) D. A. Webb Sinonimo: Amygdalus communis; Prunus communis; Prunus amygdalus Nome comune: mandorlo Common name: hazelnut tree Nome locale: àrbero 'e mènnule Descrizione: piccolo albero alto 4-10 m. Rami con corteccia bruno-grigiastra, glabri, spinescenti negli individui selvatici, il tronco degli esemplari vetusti ha corteccia più scura e profondamnente fessurata. Foglie picciolate, lanceolate, margine dentato. Fiori molto precoci, bianchi o appena soffusi di rosa, generalmente appaiati e subsessili. Frutto a drupa, forma caratteristica: ovoidale e compressa, parte esterna (epicarpo e mesocarpo) verdastro-pubescente, a maturità di consistenza asciutto-fibrosa e staccantesi spontaneamente, parte interna (endocarpo) legnosa, racchiude il seme (mandorla) ora amaro (varietà amara) e non commestibile per la presenza dell'amigdalina velenosa, ora dolce (var. sativa) ottimo da mangiare. Habitat: cresce nell’intervallo altimetrico tra 0 e 800 metri s.l.m. Originario dell'Asia occidentale il mandorlo è da lungo tempo coltivato nel Sud Italia dove, raramente, si trova anche inselvatichito. Periodo di fioritura: Gennaio-Marzo note: nei Monti Lattari, nella penisola sorrentina e a Capri il mandorlo (var. sativa) è coltivato, da pochi appassionati, al margine dei coltivi o negli orti arborati. La raccolta dei frutti avviene tra la fine di agosto e settembre. Il mandorlo per la bella e precoce fioritura è simbolo di rinascita per molte culture. Circostanza abilmente sfruttata dagli artigiani della penisola sorrentina che prendono a modello rami di mandorlo fiorito per realizzare le cosiddette "palme di confetti", vendute nelle festività pasquali (a Pasqua Cristo risorge dalla morte). Localmente le mandorle (mènnule), prodotte nel territorio o, nella quasi totalità dei casi, importate dalla Puglia e dalla Sicilia, sono molto apprezzate e consumate, insieme alle noci e alle nocciole, soprattutto nelle festività natalizie. Largo impiego trovano questi frutti anche nella produzione dolciaria. Potrebbe interessarti: Testi consultati: 1) BARBERA G., 2009b; 2) BIANCHINI F., et al., 1984; 3) DE ROUGEMONT G., 2002; 4) FIORI A., 1923-1925a; 5) PIGNATTI S., 1982; 6) RICCIARDI M.,1996; 7) ZANGHERI P., 1976. |
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Immagini e testo a cura di Ferdinando Fontanella |
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