creato da G. Visetti * diretto da F. Fontanella
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Scheda naturalistica Famiglia: Pinaceae Pinus pinea L. Nome comune: pino domestico, pino da pinoli, pignoli o pinocchi, pino a ombrello, pino italico Common name: stone pinea, umbrella pine Descrizione: albero alto 8-25 m, molto ramoso in alto, con la tipica chioma ad ombrello. Tronco eretto, slanciato, resinoso, con corteccia fratturata in placche romboidali di colore rosso-bruno negli esemplari giovani, tende a diventare grigio negli esemplari vetusti. Foglie aghiformi, coriacee, persistenti, di colore verde glauco, lunghe 10-20 cm, riunite in fascetti di due da una guaina basale. Specie monoica, fiori riuniti in infiorescenze squamose (coni): maschili di colore giallo-dorato, a primavera liberano una grande quantità di polline, l'impollinazione è ad opera del vento (anemofila); femminili di colore rosso-violaceo. Frutto a strobilo legnoso (pigna) di forma globosa, lungo 8-18 cm, pesante, resinoso, matura in 3 anni. Semi (pinoli, pignoli o pinocchi) lunghi circa 2 cm, eduli, di colore avorio, protetti da un guscio legnoso (morbido o duro) di colore bruno-rossiccio. Habitat: cresce nell’intervallo altimetrico tra 0 e 800 metri s.l.m. Ambienti mediterranei, dune, macchie, pendii aridi, anche ampiamente coltivato e naturalizzato. Periodo di fioritura: Aprile-Maggio note: specie originaria del Sud Italia, il Pinus pinea viene coltivato soprattutto per il frutto e la fustaia (per la produzione del legno il turno è di 80- 100 anni, mentre per quella del frutto, le piante vengono lasciate in piedi fino a quando fruttificano bene). La raccolta dei coni si effettua da ottobre alla fine dell’inverno; i coni in maggio sono distesi al sole fino a che le squame liberano i pinoli. L'entità è diffusa in tutto il territorio dei Monti Lattari, della penisola sorrentina e isola di Capri. Coltivato come essenza ornamentale e per i saporiti pinoli in due varietà a guscio duro e molle, spesso anche spontaneizzato. Stando a quello che raccontano alcuni anziani del posto i pinoli a guscio duro sono assai più pregiati e saporiti. Probabilmente questa credenza è figlia della difficoltà di estrarre i semi dai gusci duri. Localmente i pinoli, detti pignuoli, sono impiegati in numerose ricette della tradizione. Inoltre nel periodo natalizio è usanza locale acquistare dal fruttivendolo pigne da mettere sulle piastre ardenti di stufe e cucine a legna, o in prossimità di bracieri e camini. Il calore riscalda la resina del frutto liberando un delizioso odore che profuma la casa creando atmosfera di festa, e fa aprire la pigna liberando i preziosi semi che possono essere così impiegati in cucina. Potrebbe interessarti: Testi consultati: 1) CAPUTO G., et al., 1994; 2) FIORI A., 1923-1925a; 3) PIGNATTI S., 1982; 4) RICCIARDI M., 1996; 5) TICLI B., 2007; 6) ZANGHERI P., 1976. |
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Immagini e testo a cura di Ferdinando Fontanella |
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