creato da G. Visetti * diretto da F. Fontanella
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Scheda naturalistica Famiglia: Ebenaceae Diospyros kaki L. Nome comune: kaki, cachi, caco, loto, diospiro Common name: japanese persimmon tree Nome locale: cachisso, legnasanta Descrizione: albero caducifoglie, dimensioni tra 3 e 15 m di altezza. Fusto con corteccia di colore bruno, prima liscia poi con l'andare del tempo fessurata in piccole placche poligonali. Foglie coriacee, rugose, di colore verde di sopra, più chiare e spesso con peluria sotto, alterne, lamina ovale-ellittica, margine intero. Fiori giallastri, solitari, tra le foglie. Frutto di forma sferica, 4-8 cm di diametro, colore prima verde poi giallo-aranciato. Polpa dei frutti acerbi dura, aspra e allappante perché ricca di tannini, a maturità diventa succosa e dolcissima. Semi 4-8, lunghi circa 3 cm, bruni, ellittici. Habitat: cresce nell'intervallo altimetrico tra 0 e 600 m s.l.m. Coltivato negli orti arborati e ai margini dei coltivi terrazzati. Periodo di fioritura: Maggio-Luglio Periodo maturazione frutti: fine Settembre-Novembre (spesso i frutti maturi restano sulla pianta per lungo tempo, dicembre inoltrato, quando tutte le foglie sono cadute e l'albero è ormai spoglio) note: pianta originaria dell'Estremo oriente (Cina) introdotta in Europa sul finire del XVIII secolo (1766) come curiosità botanica poi apprezzata anche per la bontà dei frutti. I contadini dei Lattari e della Penisola considerano i kaki una vera e propria leccornia. I frutti che si originano per partenocarpia (senza fecondazione) non hanno semi e prima di diventare commestibili è necessario farli ammezzire finché la polpa non diventa morbida, quasi deliquescente, e dolcissima; i contadini chiamano questi frutti "puonteche" e una volta raccolti li fissano ad uno spago, formando grossi grappoli (piennoli o spugnilli), che appendono nelle cantine o sotto i portici delle case coloniche, in attesa che diventino dolci nel periodo delle festività natalizie. Viceversa i kaki che si formano dopo la fecondazione sono dolci appena maturi, quando la polpa è ancora bella soda, e non necessitano di ammezzimento. I contadini raccolgono e consumano questi frutti, che chiamano "smaltesi", per primi. Gli anziani riferiscono che è possibile distinguere i frutti maturi "smaltesi" (fecondati) da quelli "puonteche" (non fecondati) osservandoli dall'esterno: se all'apice presentano solchi concentrici di colore scuro è segno sicuro che sono "smaltesi" e quindi buoni da mangiare senza il periodo di ammezzimento; viceversa sono allappanti ed è necessario aspettare prima di consumarli. Specie simile:
Potrebbe interessarti: Testi consultati: 1) BIANCHINI F., et al., 1984; 2) DE ROUGEMONT G., 2002; 3) PIGNATTI S., 1982; 4) TICLI B., 2007. |
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Testo e immagini a cura di Ferdinando Fontanella |
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