creato da G. Visetti * diretto da F. Fontanella
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Scheda naturalistica Famiglia: Ranidae Rana italica Dubois, 1987. Nome comune: rana appenninica Nome inglese: apennine frog Nome locale: ranògna Descrizione: rana di piccole dimensioni, lunghezza massima degli adulti 6,4 cm. L'animale ha aspetto tozzo e poco slanciato, il muso è corto e arrotondato, la livrea degli arti posteriori è caratterizzata da larghe striscie parallele di colore scuro, mentre il dorso ha evidenti macule neratre. Femmine leggermente più grandi dei maschi, da cui differiscono anche per la colorazione di fondo rossiccia nella parte dorsale, mentre i maschi presentano un colore di fondo grigiastro. Habitat: rana legata all'ambiente acquatico anche da adulta, vive in prossimità di piccoli corsi d'acqua, spesso trova riparo immergendosi e nascondendosi tra le rocce del fondo, ai margini di boschi di latifoglie con spessa e umida lettiere. è possibile trovare questa specie da 0 a 1000 m s.l.m., è maggiormente diffusa, però, nella fascia altitudinale tra 200 e 600 m. Ecologia e biologia: la specie si riproduce da febbraio a maggio. L'accoppiamento avviene in acqua, il maschio si posiziona sul dorso della femmina e feconda le uova man mano che questa le depone (fecondazione esterna). Ad ogni deposizione la femmina produce alcune centinaia di uova di piccole dimensioni, raccolte in gruppi gelatinosi (ovature) che attacca alle rocce sul fondo. La schiusa avviene dopo circa un mese. La larva ha la forma di uno spermio, testa ovoide massiccia e coda robusta, ha regime alimentare onnivoro ed è preda di bisce e insetti acquatici. La metamorfosi avviene dopo 2-3 mesi, le piccole rane appena metamorfosate hanno una lunghezza di circa 2 cm, sono predatori di invertebrati (insetti, molluschi, lombrichi) e preda di uccelli acquatici, bisce e mammiferi carnivori. La maturità sessuale è raggiunta dopo 2-3 anni di vita. Note: la specie è esclusiva (endemica) dell'Italia peninsulare. La rana appenninica è presente nei Monti Lattari e in Penisola Sorrentina, l'esemplare qui ritratto è stato fotografato alle pendici del Monte Faito, nei valloni umidi di Quisisana a Castellammare di Stabia. Localmente la specie è minacciata dalla compromissione dei siti dove vive e si riproduce. Testi consultati: 1) D'ANTONI S., et al. - 2003; 2) LANZA B., et al. - 2007. |
Immagini e testo a cura di Ferdinando Fontanella |
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