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Gli occhi di Santa Lucia

(di Ferdinando Fontanella)


Santa LuciaLa superstizione, per definizione, è considerata il frutto di una credenza irrazionale, generalmente dettata da ignoranza o da paura, nelle forze occulte considerate portatrici di influenze negative.

Eduardo De Filippo era solito dire per sdrammatizzare l’accezione negativa data alle pratiche apotropaiche, assai diffuse nella sua Napoli, che “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”.

L’aforisma del geniale drammaturgo ha contribuito a proteggere dagli assalti della razionalità l’universo “magico” di credenze, riti, gesti, oggetti, che nella loro innocente semplicità assicurano l’essere umano alla natura e alla storia genitrici.

Nella pratica quotidiana il superstizioso, più di tutti, si adopera per tenere aperto un canale comunicativo importante attraverso il quale l’umanità può ancora sinceramente dialogare con le divinità, i miti e tutto quello che ha saputo creare con la propria fantasia per sopravvivere all'ambiente in cui di volta in volta ha abitato.

Animali, piante e minerali sono da sempre i mezzi maggiormente utilizzati per stabilire il contatto tra la perigliosa vita terrena e quella soprannaturale della divinità protettrice.

Uno straordinario, bellissimo e vitale esempio di quanto appena affermato riguarda alcune pratiche superstiziose relative al culto di Santa Lucia, venerata dalla Chiesa cattolica, in uso nella penisola sorrentina e nei Monti Lattari.

Lucia, protettrice della vista, è colei che porta la luce divina, l'iconografia la raffigura, infatti, con in mano un piattino dove sono riposti i suoi stessi occhi.

Per gli abitanti del territorio possedere i bulbi oculari della Santa è garanzia di massima tutela da ogni possibile sventura. Il potente amuleto ha dunque assunto nell'immaginario collettivo una duplice forma: per gli uomini che vivono di mare "l'Uocchio 'e santa Lucia(1)" è l'opercolo calcareo madreperlaceo che il gasteropode marino Bolma rugosa usa per chiudere la conchiglia a scopo difensivo, l'oggetto munito di un gancio va portato sempre al collo; per quelli che vivono di terra l'occhio di Santa Lucia è la tonda e nutriente nocciola (Corylus avellana).

Ogni anno a Vico Equense nel giorno della vigilia di Santa Lucia, dal tetto della trecentesca e omonima cappella del borgo di Massaquano si tiene il tradizionale lancio delle nocciole. I frutti, benedetti dal parroco, sono avidamente raccolti da numerosi fedeli che portandoli a casa si assicurano il benevolo sguardo della divinità sulle loro vite meravigliosamente ignoranti.

Massaquano cappella di santa Lucia

Note: 1) Soppelsa O., 2016 - Dizionario zoologico napoletano. M. D'Auria Editore, Napoli.

Twitter: @nandofnt



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