creato da G. Visetti * diretto da F. Fontanella
L’ultima lezione del Re morto (di Ferdinando Fontanella) |
Luglio, anno 2012. L’immortalità è una stupida illusione, la somma fantasia dell’unico animale capace di formularla. Solo noi, i sapienti, ci pensiamo, la bramiamo, lottiamo tenacemente per arrivarci. E poi? Si muore, per fortuna. Gli scongiuri sono inutili, la verità non ammette “grattate” cari amici. Pensateci bene, la morte che tanto temiamo è la prerogativa essenziale affinché ci sia la vita. Storcete il naso? Non siete convinti? Guardate il nostro pianeta allora, è là nello spazio infinito, circondato dall’atmosfera gassosa, isolato dalla materia del cosmo. Questo significa che la sostanza di cui siamo fatti, di cui ogni cosa è composta, è sempre la stessa continuamente riciclata e riutilizzata. Un ciclo perpetuo: dalla vita alla non vita, per avere nuova vita e così via. Siamo completamente fatti di atomi riciclati, appartenuti già a qualcuno … chissà a chi e chissà quando. Questa cosa mette i brividi, è vero, ma è così e nulla possiamo farci. In natura del resto non esistono drammi, la morte fa parte del sistema. Vi dirò di più, è così importante che tutto è calibrato affinché la materia torni quanto prima nel ciclo. Questo il ruolo dei decompositori, piccoli animali, funghi, batteri, che smembrano i corpi morti mettendoli a disposizione per la nuova vita.
Perché vi sto dicendo tutto questo? Beh, perché questa è l’ultima lezione del Re dei faggi, il più grande, maestoso, albero monumentale del Monte Faito, morto nell’indifferenza generale. Ora che è morto però possiamo almeno lasciarlo riposare in pace. Lasciare che il suo corpo si decomponga naturalmente per tornare ad essere parte di una nuova vita. Almeno questo dobbiamo concederglielo, è il suo testamento e non possiamo disonorarlo. Perché è troppo triste dover costatare che qualcuno di noi sapienti, armato di motosega, sta già facendo scempio delle membra del Re morto. Twitter: @nandofnt |
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